Compleanno al ristorante, la legge parla chiaro: non puoi portare tu la torta e il motivo è ben altro che assurdo

Mettiamo di voler portare al ristorante una torta fatta in casa: cosa dice la legge? Semplice: non possiamo farlo e c’è una ragione precisa.

Il proprietario del locale infatti è tenuto al rispetto di limiti di legge ben precisi se vuole tutelare se stesso e i clienti. Il motivo, come detto, è tutt’altro che peregrino e infondato.

Perché la torta fatta in casa non può entrare in ristorante
No, la torta della nonna al ristorante non possiamo proprio portarla – valtiberinainforma.it

Ci sarà successo tante volte di andare in ristorante, al pub o in un bar per celebrare una festa di compleanno o qualche particolare ricorrenza. Nulla di strano fin qui, anzi. Il problema però potrebbe sorgere nel caso in cui la torta volessimo portarla noi, da casa o dalla pasticceria.

Quando siamo noi a portare la torta fatta artigianalmente potremmo sentirci rispondere un secco “no” dal ristoratore. Potremmo domandarci: in fondo cos’abbiamo mai chiesto di così eclatante? È solo una torta!

Torta fatta in casa al ristorante? Ecco perché possono dirci di no (e fanno bene)

Le cose non sono così semplici. Non c’è nulla di arbitrario se il ristorante non ammette la torta casalinga al suo interno. In realtà, legge alla mano, il rifiuto da parte dell’esercente è più che legittimo e pienamente giustificato. La legge infatti non consente ai ristoratori di somministrare ai clienti del cibo di cui ignorano la provenienza.

Torta al ristorante perché non si può portare
Il “no” alla torta artigianale al ristorante non è un capriccio dell’esercente, vincolato al rispetto di norme ben precise a tutela della salute dei clienti – valtiberinainforma.it

Un conto è un dolce preparato in pasticceria, o comunque in un negozio adibito alla vendita di prodotti alimentari, un altro è la torta della nonna realizzata artigianalmente. In questo secondo caso il ristoratore potrebbe non avere consapevolezza degli ingredienti utilizzati nella preparazione della torta.

E non si tratta di una questione di lana caprina. Provate a pensare a cosa succederebbe se qualcuno dei commensali riportasse un’intossicazione alimentare. Eventualità tutt’altro da escludere, davanti alla quale il ristoratore potrebbe essere chiamato a rispondere a suon di risarcimenti. Insomma, sarebbe responsabile dei malori successivi alla consumazione della torta.

Se chiudesse un occhio, l’esercente agirebbe in violazione della normativa legata all’Haccp: il protocollo di riferimento per i ristoratori in modo da prevenire potenziali contaminazioni da cibo. La torta della nonna magari sarà buonissima, ma il punto è un altro. Ovvero la mancanza di controllo su tutte le “fasi della lavorazione” dei cibi somministrati ai clienti all’interno del locale.

Nel caso del dolce fatto in casa questa opera di costante monitoraggio sarebbe di fatto inesistente. Con tutti i rischi del caso: per la salute dei clienti e per il ristoratore (che potrebbe passare un brutto guaio con la legge).

Invece nell’altra possibile situazione – torta acquistata in pasticceria dal cliente – il ristoratore potrebbe tutelarsi chiedendo lo scontrino emesso all’atto della vendita da parte del punto vendita. Naturalmente questo vale per qualunque altro alimento introdotto nel ristorante dall’esterno, bevande incluse.

Impostazioni privacy